“Non chiamatelo poeta” – Letizia Fuochi con Mediterranea ricorda Fabrizio De André

Fondazione Fabrizio De André

SPIAGGETTA SULL’ARNO – FIRENZE

Lunedì 12 Agosto presso la Spaggetta sull’Arno (Lungarno Serristori), si terrà l’evento dal titolo “”Non chiamatelo poeta” – Letizia Fuochi con Mediterranea ricorda Fabrizio De André”.

Nell’ambito dell’Estate Fiorentina 2019, promossa dal Comune di Firenze, inizia “Venti di Passioni”, la serie di tre concerti che vedonob protagonista la cantautrice Letizia Fuochi. Tre concerti per ripercorrere i pensieri, le parole e la musica di tre grandi cantastorie: Fabrizio De André, Ivan Graziani e Chavela Vargas. Il primo appuntamento è per lunedì 12 agosto, alle ore 21.30, alla Spiaggetta sull’Arno di Lungarno Serristori: “Non chiamatelo poeta – vent’anni senza, vent’anni con Fabrizio De Andrè”.
Insieme a Letizia Fuochi la band Mediterranea con Alessandro Bruno (violino, flauto traverso, mandolino e cori); Daniele Bedini (chitarra solista e cori); Roberto Benvenuti (chitarra); Stefano Niccoli (tastiere); Giovanni Fissi (basso); Andrea Laschi (batteria).
Si sono incontrati nove anni fa quando il polistrumentista Alessandro Bruno presentò la cantautrice fiorentina al gruppo formatosi dal nucleo dei DNA (Giovanni Fissi, Andrea Laschi e Daniele Bedini), rock band attiva fin dagli anni ’70. Impegnati da sempre in ambito sociale e civile, decidono di collaborare scegliendo la musica di Fabrizio de André come modello artistico da interpretare secondo un gusto cresciuto in tanti anni di esperienza: l’animo rock dei Mediterranea, arricchita dalla presenza di Roberto Benvenuti, Stefano Niccoli e lo stesso Alessandro Bruno, con l’eleganza della parola cantata e interpretata da Letizia Fuochi che ha trovato spazio anche in ambito teatrale. Nel 2014 questo progetton aprì alla Cavea del Teatro del Maggio di Firenze, il concerto di Mauro Pagani.

“Nel ventennale della scomparsa dell’artista genovese” ha dichiarato Letizia Fuochi “abbiamo ripreso il Tour Amico Fragile con una provocazione: “non chiamatelo poeta”, Faber preferiva infatti essere considerato ‘semplicemente’ un cantautore”.